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Maiolese, sulla tragedia dei migranti gettati in mare: “E’ davvero uno scontro di religione? No. Le ragioni vanno ricercate, ma altrove…”

Maiolese, sulla tragedia dei migranti gettati in mare: “E’ davvero uno scontro di religione? No. Le ragioni vanno ricercate, ma altrove…”

Le dichiarazioni del Presidente dell’EML ed Inviato in Italia del Ministero degli Affari Islamici dello Stato del Kuwait

Autore: Redazione Aurora/martedì 21 aprile 2015/Categorie: Attualità, EML, Italia

“L'ennesima carretta del mare ha visto partire dalle coste libiche gruppi di disperati che già morti nei loro Paesi, cercano l'unica via di uscita dalle dittature, dalla fame, dall'ingiustizia, con la possibilità di poter raggiungere l'Italia e quindi l'Europa, alla ricerca di ciò che non hanno mai posseduto nei loro Paesi di origine”. Così interviene l’Ambasciatore Alfredo Maiolese, presidente dell’European Muslims League (EML www.eml.fm), ed Inviato in Italia del Ministero degli Affari Islamici dello Stato del Kuwait, all’indomani della terribile tragedia in mare, al largo delle coste italiane.
“Molti sono stati gli sbarchi che possiamo quantificare in migliaia di persone, avvenuti negli ultimi decenni – continua Maiolese - Molte le storie di solidarietà tra migranti, nel favorire donne, bambini, anziani, da una parte e quella degli italiani dall'altra, composta dalla Marina Militare, Guardia Costiera, e molte volte anche da pescherecci e navi private, che mai si sono tirati indietro per salvare vite umane”. 
“Ciò che si è verificato alla metà di aprile, che ha visto protagonisti diverse nazionalità coinvolte: senegalesi, nigeriani, ivoriani, maliani e della Guinea Bissau, mi ha lasciato esterrefatto, inorridito e davvero trasecolato. Sento la notizia e rimango per qualche istante incredulo, basito, paralizzato. Musulmani gettano in acqua Cristiani. Le notizie che riceviamo quotidianamente sono solo negative e sconvolgenti, ma questa è una di quelle, che non avrei mai e poi mai, voluto sentire e sperato di apprendere. 
Mi sorge improvvisa una domanda: ma è davvero uno scontro di religione o un diverbio ed astio tra diverse etnie africane. Ad esempio – prosegue il Presidente dell’EML - parlando dei senegalesi, più volte ho fatto loro visita ed ho potuto verificare che vivono, numerosi in piccole stanze, musulmani e cristiani dello stesso Paese, aiutandosi l'un l'altro con l'unico scopo di lavorare per inviare aiuti economici di supporto alle loro famiglie composte da numerosi figli. Ho sempre riscontrato, perciò, solidarietà, altruismo, e rispetto. 
Nelle ore successive alla morte di queste povere persone, una radio nazionale smentisce che le cause siano di origine religiosa e nel frattempo, telefonando alla Questura di Palermo per verificare certezze e fatti, apprendo che gli inquirenti non sono ancora in grado di formulare una ipotesi certa, perché le indagini sono in corso”. 
“Qualsiasi siano le ragioni, in qualità di Presidente della Lega dei Musulmani Europei, condanno senza se e senza ma, questo atto che giudico un gesto criminale e malvagio che non deve essere identificato come un'azione appartenente ad una specifica religione ma contraria alla civiltà, al progresso, all'evoluzione. Persone che dovrebbero mostrare solidarietà, reciproco rispetto e mutua assistenza, invece, di condividere e dividere le difficoltà non trovano di meglio di gettare in acqua degli esseri umani. Questa notizia di una gravità ineguagliabile, rischia se non isolata ed emarginata, di minare la pacifica convivenza tra le diverse religioni, nel nostro Paese e nel mondo intero”. 
“Vorrei precisare – continua il Presidente della Lega Musulmani Europei - sia per i miei fratelli Cristiani in Adamo che nell'umanità, sia ricordarlo a quelli che si spacciano per credenti Musulmani, alcune importanti considerazioni nello spirito della rivelazione divina. Affinché gli stessi seguaci dell'Islam non deturpino o corrompono le parole e gli insegnamenti del nobile Profeta Mohammed pace sia su di Lui, voglio ricordare: egli vietava di fare del male ai non Musulmani e chiedeva ai Musulmani di trattarli bene. In un famoso detto diceva: “Colui che fa del male ad un Ebreo o ad un Cristiano, troverà in me il suo avversario nel Giorno del Giudizio”. 
Le sue parole sono chiare ed inequivocabili. Chi non le rispetta viola gli insegnamenti dell'Islam”. 
“Mentre si è verificato questo inquietante caso, primo in assoluto e speriamo isolato – prosegue Maiolese - frutto probabilmente della propaganda di odio e devastazione lanciata dal gruppo terroristico dell'Isis, che fa presa sulla povertà, sull'ignoranza e le ingiustizie nel terzo mondo, dalla parte opposto del continente africano, più precisamente in Sudafrica, si assiste ad un'ondata xenofoba dei neri contro immigrati africani ed indiani. Fino ad oggi le violenze hanno provocato la morte di 2000 persone, 74 delle quali, solo alla fine di marzo. Attacchi di gruppo con coltelli, spranghe e machete, uccisioni, pestaggi, negozi ed abitazioni date alla fiamme. Questo non in nome di una religione, ma di un malessere della popolazione che vede in questi lavoratori stranieri, la causa della disoccupazione”. 
“Allora – chiude Maiolese - c'è da chiederci: ma la spinta nelle acque del Mediterraneo, dei Cristiani da parte dei Musulmani, è stata compiuta davvero per una questione religiosa? 

La risposta è decisamente no. Non voglio pensare a questo. Le ragioni vanno ricercate, ma altrove...”.

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